mercoledì 16 gennaio 2008

Voce al cuore di Napoli

Pubblico una lettera scritta da Ferdinando e Diego di Pianura (Napoli). al Blog di Piero Ricca.


Caro Piero,

ti scriviamo da Pianura, un quartiere popolare di Napoli, dove vive una cittadinanza erede di una tradizione contadina che è stata travolta dall’espansione della città e che per circa quaranta anni ha ospitato il più grande sversatoio di rifiuti d’Europa. Questa discarica è situata in Contrada Pisani, nel cuore dei Campi Flegrei (di cui fanno parte oltre a Pianura anche Quarto, Pozzuoli e Agnano) e a ridosso della Riserva Naturale dello Stato e oasi WWF “Cratere degli Astroni”.

Quello che molti non sanno è che nell’arco di questi lunghissimi anni in quella discarica non è stata sversata solo spazzatura urbana, ma anche qualcosa di ben più pericoloso: rifiuti industriali. Come cadmio, zinco, scarto di vernici, plastiche varie, arsenico, piombo etc. Tutta roba che sicuramente non è né facile né economico smaltire, e che sicuramente nessuno vorrebbe avere sotto casa.

Il sacchetto dell’immondizia che generalmente contiene carta, plastica, qualche cucchiaio di pasta e fagioli, fondi di caffè, bucce di arancia, talvolta anche vetro o metalli, ce lo teniamo dentro casa per ore. Se davvero fosse come qualcuno (erroneamente) crede, vorrebbe dire che inaliamo diossina da sempre tutti i giorni già a casa nostra. Ovviamente non è così.
Se bruciamo quel sacchetto allora sì, la combustione di questi rifiuti sviluppa diossina.

Se poi in quel sacchetto ci buttiamo anche il mercurio, l’arsenico, il piombo, l’uranio…
E’ intuibile che una massaia non potrebbe buttare nel sacchetto dei rifiuti di casa quella roba lì.
Ma un imprenditore industriale o un politico senza scupoli che si nasconde dietro al camorrista di turno possono, eccome.

E’ questa la chiave dell’eterno problema che ci flagella da anni: viene data l’opportunità a chi ne ha bisogno, di smaltire i propri rifiuti tossici a prezzi stracciati.

Le cronache raccontano di Mario Tamburrino, autotrasportatore, al volante del suo mezzo proveniente da Cuneo e diretto in una discarica abusiva tra Qualiano e Villaricca, in località Torretta Scalzapecora. Tamburrino in quel piccolo comune non ci arrivò mai. Quello che è apparso sui quotidiani del 6 Febbraio 1991, è che si presentò al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, con vistosi quanto dolorosi problemi agli occhi, che l’avrebbero portato alla cecità nel giro di poche ore, ed una notevole difficoltà respiratoria, il tutto accompagnato da una specie di ustione alle mani. La diagnosi dei medici dell’ospedale fu: “sintomi da avvelenamento agli occhi ed ai polmoni da sostanza sconosciuta”.

I pianuresi (dopo i proclami falliti di Prodi) hanno iniziato a liberare con mezzi propri le strade di Pianura. E stato attuale le scuole sono ancora chiuse o inagibili.
Forti manifestazioni di solidarietà si registrano da Pozzuoli, Quarto, Piazza del Gesù (Napoli Centro) dove erano presenti gli amici di Beppe Grillo. E sappiamo da fonti attendibili che i No Global si stanno avvicinando alla Campania, data la presenza di Gianni De Gennaro (in riferimento ai fatti del G8 di Genova). La gente ora ha capito veramente quanto sia pericolosa la diossina e soprattutto da dove viene. Siamo riusciti a diffondere la notizia della tragedia occorsa a Mario Tamburrino.

Anche i giornalisti Rai e Mediaset che presidiano la discarica restano esterrefatti al nostro invito alla riflessione su questo grande controsenso: Polizia e Carabinieri ci caricano a suon di manganello… Ma allora chi difendono, noi o la camorra che gestisce le discariche?

Diego e Ferdinando

VI INVITO AD INFORMARVI ATTRAVERSO IL SITO WWW.PIANURA.ORG COSTANTEMENTE AGGIORNATO SULLA SITUAZIONE RIFIUTI IN CAMPANIA


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