sabato 19 gennaio 2008

il presente è la derivata fra memoria ed utopia...




Potrete ingannare tutti per un po'. Potrete ingannare qualcuno per sempre .Ma non potrete ingannare tutti per sempre. Abramo Lincon

venerdì 18 gennaio 2008

MASTELLA, MALCOMUNE O REATO ?

Andrea riporta un articolo tratto da effedieffe molto utile per avere un quadro generale sul caso Mastella:

Clemente Mastella fuori da Palazzo Chigi: "Mi dimetto, getto la spugna".
Così, con tono commosso e definendo la moglie "un ostaggio", ha concluso il discorso alla Camera...


Una delle accuse a Mastella & signora sarebbe quella di aver minacciato Bassolino: ti tolgo l'appoggio e così ti faccio cadere, se tu non ti prendi come assessore uno dei miei.Ebbene? Lo fanno tutti, si sbracciano a dire tutti i politici. Formigoni e Prodi, Fini e Larussa, fate voi altri nomi, quando sono in una coalizione di governo fanno il mercato delle vacche, esercitando, se occorre, il ricatto; si accaparrano posti, forniscono appalti lucrosi agli amici, mettono a dirigere le municipalizzate e le ASL i loro candidati trombati, si scambiano favori e persino veline TV.
Che male c'è? E' «un malcostume, ma non è un reato».
Questa distinzione tra «malcostume» e «reato» l'hanno evocata anche quelli che prendono un poco le distanze da Mastella. Ed è questo il segno della bassezza morale cui siamo caduti.
Se non vi rivoltate a questa distinzione, siete degradati moralmente anche voi.
Mastella fa come tutti gli altri? Eh no, c'è una differenza di grado.

Egli ha fondato un suo partito personale, che non usa il «malcostume» come mezzo, ma come scopo finale. Che ha il clientelismo come unico fine dichiarato, e arrogantemente dichiarato.

Ovviamente, è l'accettazione corrente del «malcostume» che glielo ha consentito.
Basta non avere alcuno scrupolo, e specie nel Meridione, ti puoi costituire un partito locale fatto di elettori che ti devono qualcosa, e che perdono qualcosa se tu non sei al potere: una base microscopica come quella di Ceppaloni, ma solidissima.
Da qui, con l'1%, puoi diventare ministro.
Restando nello stesso tempo sindaco di Ceppaloni, e mettendo la moglie alla presidenza della Regione.
Il sistema elettorale è fatto apposta per questo.
Premia chi ha pochi voti in un territorio concentrato, anche piccolo: voti che, ovviamente, vengono da favori fatti.
Non esiste un collegio unico nazionale dove possano presentarsi progetti nazionali, idee, menti intellettuali capaci di pensare in grande.
Da noi un filosofo non può entrare in parlamento, perché non ha posti da dare.
Non può uno scrittore e saggista, che ha magari un milione di lettori, però sparsi nel territorio nazionale.

Può Mastella. Che io considero un delinquente molto più di quanto appaia ai media: un delinquente politico. Uno che ha trasformato uno dei mezzi della politica nel suo unico fine.
Ciò dovrebbe essere vietato, perché ci trascina giù tutti, di livello in livello: fino alle montagne di monnezza, alla rovina economica di una nazione intera che manda un'immagine di sporcizia e malcostume invincibile. Certo che questi scostumati non commettono «reati»: anzitutto perché le leggi se le fanno loro, e decidono loro cos'è la «legalità».
Ma in termini di giustizia, di diritto naturale, essi rubano denaro dei contribuenti.
A questo si riducono le loro trame e manovre, a furto di denaro pubblico.
Non lo fanno (sempre) in modo diretto, intascandosi i soldi.
Lo fanno quando assegnano una poltrona da 400 mila euro di stipendio non a un competente ma a un «cliente» partitico.
Ciò non è reato.
Viene inteso come «malcostume».
Ma quando il «malcostume» è la regola, quando è diventato così comune che il sistema lascia crescere il sindaco di Ceppaloni fino a ministro della Giustizia; quando nessun gruppo o coalizione si vergogna di avere l'appoggio di un Mastella, qui è il problema.
Un problema che supera di molto la «legalità».
Mastella, semplicemente, non ha la credibilità per governare la magistratura.

Quando fa trasferire un magistrato discusso dai suoi stessi colleghi, com'è sua prerogativa di ministro, è inevitabile che tutti si chiedano se non lo fa per impedire indagini su malversazioni e «malcostume», che è l'unica cosa per cui - per sua ammissione - è al potere.
E così lo Stato cessa di funzionare, in una marea di veleni e sospetti: che non si sa più nemmeno quanto siano giustificati, e quanto inventati.
Ecco perché Mastella non doveva pretendere la Giustizia (se avesse avuto qualche decenza); e una volta avutala, doveva dimettersi dopo che si è scoperto che era inquisito dai magistrati che ha ordinato di trasferire.
Qui il «malcostume» diventa qualcosa di peggio, e mi stupisco che non si capisca: è un ministro che perde il diritto a compiere i suoi atti d'ufficio, di cui lo investe l'autorità dello Stato, perché la sua personale autorità è quella di un piccolo ricattatore di paese.
Nel diritto naturale, questo configura vilipendio dello Stato.
Della cui autorità tutti abbiamo bisogno.

Può configurare anche un golpe: non un golpe alla Pinochet, dove un corpo dello Stato impone la sua visione del progetto nazionale con la forza, ma peggio: il golpe di una cosca, attuato allo scopo di mettere parenti e amici e clientes ai posti che contano.
Per un Paese, subire un golpe coi carri armati in strada non è necessariamente una vergogna: si cede a una forza reale, che può ucciderti.
Ma farsi governare dalla norma non scritta del «malcostume», che è il contrario della lealtà, perché ha preso il potere un sindaco mafiosetto di mezza tacca, questa sì è una vergogna.
Ma questo non significa che difendo De Magistris.
Anche lui, come tanti magistrati, pratica il «malcostume»: fa appello alle folle (di Santoro) portando le indagini in piazza.

Quella magistratura intercetta tutto e tutti non da notizia di reato, ma per cercare, con registrazioni di mesi, se parlando quei conversatori commettono un reato.
E' molto diverso.
Anzi, spiare migliaia di persone per vedere se commettono reati, è il contrario della giustizia.
Peggio ancora se quei magistrati danno adito al sospetto di utilizzare i mezzi di cui l'autorità dello Stato li fornisce, per colpire una parte politica e favorirne un'altra: com'è accaduto in Mani Pulite.
Chiunque sa che mettendo sotto controllo per mesi i telefoni di gente che crede di parlare in privato, si possono ascoltare spropositi, volgarità, segreti ripugnanti: basta farlo abbastanza a lungo, e il gioco è fatto.
Se poi non risulta alcun reato, si possono sempre passare ai giornalisti amici, perché le diffondano, quelle parti più grassocce e ripugnanti delle conversazioni tra privati.
In modo, se non si riesce a incarcerare l'avversario, da sputtanarlo.

Sono le fughe di notizie: e chi le dà ai giornalisti?
I magistrati, è ovvio.
E' un reato, ma per accertarlo ci vorrebbero altri magistrati, che mai e poi mai hanno condannato un loro collega di casta per violazione di segreto istruttorio.
Si accetta questo reato come «malcostume».
Ma qual è la conseguenza?
Che quando un magistrato apre un'inchiesta su un ministro, magari il suo ministro, e un personaggio dei più loschi - anche se ne ha motivi autenticamente gravi - può essere accusato di agire per interessi di casta ed odio di parte, di cui ha dato abbondanti prove in precedenza.
Insomma: anche lui ha perso l'autorità morale per compiere gli atti del suo ufficio.
Esattamente come Mastella non ha autorità morale per esercitare gli atti di ministro.
Ho sentito che il leghista Castelli, nel periodo in cui è stato ministro della Giustizia, ha ricevuto una quarantina di avvisi di reato: evidentemente da magistrati che s'erano messi in testa di farlo cadere, o anche solo di esibire il loro odio per la sua parte politica e le «riforme» che questa minacciava
(e non ha fatto).
Motivazioni serie, fattispecie penali non ce n'erano, perché appena Castelli ha perso il posto ministeriale, quelle inchieste sono finite nel nulla.
Volevano solo impedirgli di governare, di esercitare il mandato che gli aveva dato il popolo col voto.
Ci sono riusciti.

Insomma: magistratura e politicanti sono due caste eguali.
A volte contrapposte, ma per interessi di casta.
E il risultato è che, a forza di «malcostume», lo Stato non funziona, e diventa quel teatrino di sospetti e nido di veleni in cui consiste la «politica» in Italia.
Tutto perché tolleriamo il «malcostume», purchè non sia «reato».
E' una mentalità.
Da cui dobbiamo liberarci noi, ma soprattutto i magistrati.
Proprio perché ci sarebbe bisogno di loro contro i Mastella, ma non possiamo fidarci di loro per la loro mentalità.
Questa mentalità è una cancrena inestirpabile.
L'ha dimostrato la stessa Boccassini, quando giorni fa ha svuotato il sacco contro i colleghi (non aveva ricevuto una promozione): la magistratura è politicizzata, la magistratura applica le leggi in modo diverso ad «amici» e nemici, la magistratura è piena di improduttivi («fancazzisti»), ci sono casi di corruzione, i magistrati si promuovono da sé secondo logiche di corrente e di fazione.
Ma poi, subito dopo, la Boccassini ha aggiunto: «C'era una attenuante, fino a qualche tempo fa, quando il governo Berlusconi aveva dichiarato guerra alla magistratura e dunque l'esigenza primaria era quella di difendersi coi denti, oggi quell'attenuante non vale più».
Capito?

Dice, la procuratrice, che avevano usato mezzi extralegali, fughe di notizie, violazioni del segreto istruttorio, apparizioni in TV, insomma il «malcostume» e l'abuso di potere, perché «Berlusconi aveva dichiarato guerra alla magistratura, e bisognava difendersi coi denti».
Concepisce la sua azione contro Berlusconi come una difesa della sua corporazione, e come una battaglia politica.
Ma la magistratura non deve «difendersi coi denti» (ossia: con le carcerazioni preventive per estorcere confessioni, intercettazioni illegali a tappeto, violazioni del segreto istruttorio a mezzo stampa).
A difenderla sono le leggi dello Stato.
Per questo i magistrati hanno stipendi fissi ed alti, per questo le loro carriere sono automatiche e sono praticamente insindacabili, se non dal loro stesso ordine (ordine, non corporazione né «potere»): perché non cedano per timore di perdere i loro benefici a chi gli fa «guerra».
Persino in Pakistan la magistratura ha mostrato più dignità e coraggio, e terzietà autorevole, contro il generale Musharraf, che è un po' più pericoloso di Berlusconi.
Rimedi?
Se ne possono immaginare, certo.

Stabilire precise incompatibilità: magistrati non possono lasciare la toga per una carriera politica.
Non devono parlare in TV delle inchieste in corso.
Ministro non possono restare sindaci della loro clientela elettorale.
Senatori a vita che si drogano devono dare «spontaneamente» le dimissioni, per senso di vergogna e offesa allo Stato.
Parenti non possono avere posti assegnati dal parente ministro o governatore.
Il conflitto d'interessi non deve essere invocato solo per Berlusconi.
E ancora: il parlamento non può esprimere il governo né fornire ministri dai parlamentari, occorrono due votazioni distinte, per mantenere la tensione conflittuale tra i due poteri dello Stato, esecutivo e legislativo.
Ancor più: il parlamento non deve riunirsi in permanenza, bastano due sessioni mensili in autunno e primavera; parlamentare non è un mestiere.
A meno che non si ritenga normale che le assemblee di condominio o i consigli d'amministrazione si riuniscano tutti i santi giorni a decidere al posto del gestore condominiale o dell'amministratore delegato.
Ma soprattutto, bisogna cominciare col togliere loro gli enormi emolumenti.
Dimezzare le paghe ai parlamentari o ai loro grand commis, obietta qualche lettore, non recupera abbastanza denaro da coprire il disavanzo pubblico.
Osservazione stupida.
Il vero senso di una «riforma» del genere è impedire che la politica diventi un mestiere, e così lucroso da giustificare ogni malcostume.
Come oggi: ogni mese che la legislatura Prodi dura, sono altri 15 mila euro.
E ci tengono non solo i parlamentari filo-Prodi, ma anche quelli dell'opposizione.
Sono loro che non fanno cadere Prodi.
Anche loro.

Ecco il malcostume, dove porta: un giorno apprenderemo che la legislatura durerà cento anni. Sempre le stesse facce, Visco, Napoletano, Fini,…
Prodi, mettendo i suoi amiconi ai posti del potere economico pubblico, prepara appunto la sua immortalità extra-legale.
Ma non è un reato, attenzione: è solo «malcostume».
Ma ha ucciso la democrazia, la legalità, la competenza.

Maurizio Blondet per - EFFEDIEFFE - Copyright © all rights reserved.

mercoledì 16 gennaio 2008

Voce al cuore di Napoli

Pubblico una lettera scritta da Ferdinando e Diego di Pianura (Napoli). al Blog di Piero Ricca.


Caro Piero,

ti scriviamo da Pianura, un quartiere popolare di Napoli, dove vive una cittadinanza erede di una tradizione contadina che è stata travolta dall’espansione della città e che per circa quaranta anni ha ospitato il più grande sversatoio di rifiuti d’Europa. Questa discarica è situata in Contrada Pisani, nel cuore dei Campi Flegrei (di cui fanno parte oltre a Pianura anche Quarto, Pozzuoli e Agnano) e a ridosso della Riserva Naturale dello Stato e oasi WWF “Cratere degli Astroni”.

Quello che molti non sanno è che nell’arco di questi lunghissimi anni in quella discarica non è stata sversata solo spazzatura urbana, ma anche qualcosa di ben più pericoloso: rifiuti industriali. Come cadmio, zinco, scarto di vernici, plastiche varie, arsenico, piombo etc. Tutta roba che sicuramente non è né facile né economico smaltire, e che sicuramente nessuno vorrebbe avere sotto casa.

Il sacchetto dell’immondizia che generalmente contiene carta, plastica, qualche cucchiaio di pasta e fagioli, fondi di caffè, bucce di arancia, talvolta anche vetro o metalli, ce lo teniamo dentro casa per ore. Se davvero fosse come qualcuno (erroneamente) crede, vorrebbe dire che inaliamo diossina da sempre tutti i giorni già a casa nostra. Ovviamente non è così.
Se bruciamo quel sacchetto allora sì, la combustione di questi rifiuti sviluppa diossina.

Se poi in quel sacchetto ci buttiamo anche il mercurio, l’arsenico, il piombo, l’uranio…
E’ intuibile che una massaia non potrebbe buttare nel sacchetto dei rifiuti di casa quella roba lì.
Ma un imprenditore industriale o un politico senza scupoli che si nasconde dietro al camorrista di turno possono, eccome.

E’ questa la chiave dell’eterno problema che ci flagella da anni: viene data l’opportunità a chi ne ha bisogno, di smaltire i propri rifiuti tossici a prezzi stracciati.

Le cronache raccontano di Mario Tamburrino, autotrasportatore, al volante del suo mezzo proveniente da Cuneo e diretto in una discarica abusiva tra Qualiano e Villaricca, in località Torretta Scalzapecora. Tamburrino in quel piccolo comune non ci arrivò mai. Quello che è apparso sui quotidiani del 6 Febbraio 1991, è che si presentò al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, con vistosi quanto dolorosi problemi agli occhi, che l’avrebbero portato alla cecità nel giro di poche ore, ed una notevole difficoltà respiratoria, il tutto accompagnato da una specie di ustione alle mani. La diagnosi dei medici dell’ospedale fu: “sintomi da avvelenamento agli occhi ed ai polmoni da sostanza sconosciuta”.

I pianuresi (dopo i proclami falliti di Prodi) hanno iniziato a liberare con mezzi propri le strade di Pianura. E stato attuale le scuole sono ancora chiuse o inagibili.
Forti manifestazioni di solidarietà si registrano da Pozzuoli, Quarto, Piazza del Gesù (Napoli Centro) dove erano presenti gli amici di Beppe Grillo. E sappiamo da fonti attendibili che i No Global si stanno avvicinando alla Campania, data la presenza di Gianni De Gennaro (in riferimento ai fatti del G8 di Genova). La gente ora ha capito veramente quanto sia pericolosa la diossina e soprattutto da dove viene. Siamo riusciti a diffondere la notizia della tragedia occorsa a Mario Tamburrino.

Anche i giornalisti Rai e Mediaset che presidiano la discarica restano esterrefatti al nostro invito alla riflessione su questo grande controsenso: Polizia e Carabinieri ci caricano a suon di manganello… Ma allora chi difendono, noi o la camorra che gestisce le discariche?

Diego e Ferdinando

VI INVITO AD INFORMARVI ATTRAVERSO IL SITO WWW.PIANURA.ORG COSTANTEMENTE AGGIORNATO SULLA SITUAZIONE RIFIUTI IN CAMPANIA


Bassolino...Munnezz !

Correva l’anno millenovecentonovantotto; tutto taceva all’epoca, ovvero, qualcosa iniziava a muoversi ed a delineare un po’ quello che oggi è lo spettro della MALA-POLITICA CAMPANA e diciamola tutta ITALIANA!
Spicca la figura di un’industriale napoletano, il Signor Tizio; i suoi affari erano un po’ in giro per l’Italia e perchè no, anche nel mondo, il nuovo mondo, le Americhe, più precisamente quelle Amazzoni.
L’idea era nata attraverso i suoi contatti con alcuni ingegneri del Centro-Nord Italia, sull’asse Ferrara – Gallicano, nel lucchese ove risiedeva una società per azioni, la “Verde Azzurro” ed un’ impianto CDR che avrebbe probabilmente potuto alleviare e caso mai evitare i nostri dolori, perché dolorosa è la situazione dei rifiuti.
Il ruolo principale della S. p. a . , tecnicamente parlando, era quella di produrre una nuova energia; l’azienda lavorava, e lavora tutt’ oggi, la frazione secca dei Rifiuti Solidi Urbani non recuperabile, attraverso fasi di triturazione, selezione, essiccazione e pressatura, producendo sotto forma di “bricchetta”, un combustibile alternativo, da poter incendiare anche nei nostri comuni caminetti casalinghi e impianti di riscaldamento. Inoltre con l’aggiunta di un ulteriore macchinario all’impianto CDR, era ed è possibile produrre ogni tipo di energia da poter paradossalmente vendere ai grandi colossi di fornitura energetica; “Avrebbero vissuto di rendita nel giuglianese”!
L’industriale campano, decide di investire nel progetto, un miliardo delle tanto amate LIRE; l’affare era costruttivo, vuoi per fini propri, vuoi anche perché era un progetto salutare, La società Verde Azzurro lo era!
Il brevetto, fu analizzato ai fini della scienza chimica, dalla fondazione Coppetec, un’università di ricerca in Rio de Janeiro.
Il responso dei ricercatori fu memorabile, in quanto il rifiuto urbano, attraverso un processo chimico al quale era sottoposto, veniva sterilizzato in forni ad una temperatura di circa mille gradi centigradi, altro che munnezza!
Il tutto era pronto, le banche americane e svizzere interessate al progetto pure, bisognava solo partire.
Lo spirito patriottico, portò il nostro imprenditore a proporre il progetto, alla nostra giunta comunale e quindi all’allora sindaco, che indirizzò e disorientò l’aitante investitore, proiettandolo verso il presidente del consorzio ambientale (era il
Millenovecentonovantanove).
Le risposte che gli furono date da quest’ultimo , dopo innumerevoli tentativi di contatto furono, “Le faremo sapere al più presto”!
Passarono i mesi ma nulla, tutto taceva; il Signor Tizio, quasi spazientito,
però non la voleva mollare, in quanto i numeri della logica e del buon senso c’erano tutti; l’impianto sarebbe calzato a pennello per Giugliano e lo si sarebbe potuto tenere anche sotto casa, non avrebbe inquinato.
Allora la sua intraprendenza, lo portò a scomodare il sindaco di Giugliano;
“ Visto che passo inosservato al consorzio ambientale” disse tra sé e sé l’imprenditore!
Non gli fu data nessuna risposta concreta, fu maleducatamente deriso, lasciato in un’
attesa senza tempo, per ricevere un NO che era già stato sentenziato!
Il motivo era unico e solo e la risposta datagli dal sindaco fu la seguente
“ Signor Tizio, io non posso dirvi niente, qui quello che comanda è Don Antonio”!
Ma chi sarà mai??

Ringraziamo Giulia per la preziosa collaborazione

lunedì 14 gennaio 2008

MICROCHIP EMOZIONALE



Prigionieri “chippati come cani”
Hi-tech 'il satellite' sta per attuare un progetto di pedinamento per creare più spazio nelle prigioni. Gruppi per i diritti civili e i Probation Officers furiosi contro questo sistema “avvilente”
Di Brian Brady, il redattore di Whitehall
Pubblicato: 13 gennaio 2008
Alcuni ministri stanno progettando di piantare microchips "machine-readable" sotto la pelle di migliaia di criminali come sistema di pedinamento elettronico al fine di creare più spazio nelle prigioni britanniche.
Tra sicurezza del sistema di controllo esistente e carceri sovraffollate, il Ministero della Giustizia sta analizzando l'uso del satellite e delle onde-radio per monitorare i criminali.
Ma questi chip, Invece di essere contenuti nei braccialetti che portano sulla caviglia i delinquenti agli arresti domiciliari, sarebbero inseriti chirurgicamente sotto la pelle degli stessi al fine di migliorare il sistema di controllo. L'identificazione a radiofrequenza (RFID) può dare informazioni personali su individui, incluso identità, indirizzo e precedenti penali.
Questo sistema, soprannominato "spychips" da chi fa campagne sulla privacy è già usato in tutto il mondo per monitorare cani, gatti, bestiame bovino e bagagli in aeroporto, ma non c'è nessun precedente riguardo i delinquenti della comunità. I chip sono considerati anche come un metodo per aiutare a tenere ordine all'interno delle prigioni.
Il Ministero superiore di Giustizia la notte scorsa ha confermato che il reparto sperava di andare oltre, estendendo la serie geografica dei chip sottocutanei attraverso un collegamento satellitare simile a quello usato per reperire automobili rubate. "Tutte le opzioni sono sulla tavola, noi gradiremmo perseguire con questa", la fonte aggiunge.

Questa scelta è in linea con una proposta fatta da Ken Jones, il presidente dell'Associazione degli Agenti di Polizia (Acpo), ovvero che i chip elettronici dovrebbero essere piantati chirurgicamente nei condannati per pedofilia e stupratori per localizzarli più facilmente. La tecnologia di Sistema di Posizionamento globale (GPS) è considerata il metodo favorito di monitoraggio per impedire a questi ultimi di avvicinarsi a zone "proibite" come ad esempio le scuole elementari.
"E’ da molti anni che vogliamo prendere in considerazione questa tecnologia, perché sembra una soluzione sensibile ai problemi che affliggono quest’area", ha detto il ministro superiore. "Noi lo abbiamo studiato in passato e siamo ritornati a prenderlo in considerazione oggi sebbene turbati dalla praticità e dall’etica, ma se riflettete sulle sfide a cui deve far fronte il sistema giudiziario allora vi renderete conto che è arrivato il momento di mettere in pratica questo sistema."
Il Governo è stato costretto a riesaminare la politica giudiziaria e il serio sovraffollamento delle carceri nazionali, dopo che la popolazione carceraria , dai 60,000 nel 1997, è salita a quota a 80,000 oggi.
Il Regno Unito ha il numero di prigionieri più alto dell’ Europa occidentale, e il Governo sta progettando altri 20,000 luoghi addizionali ad un costo di 3.8 miliardi di sterline - incluso tre nuove gigantesche "supercarceri" - nei prossimi sei anni.
Più di 17,000 individui, incluso criminali e sospetti rilasciati su cauzione sono soggetti a monitoraggio elettronico ogni volta che devono stare a casa più di 12 ore per giorno. Ma fonti ufficiali rivelano che più di 2,000 ogni anno eludono il sistema manomettendo i chip o strappandoli via. La violazione degli arresti domiciliari è aumentata del 283% ( 11,435 nel 2005 a 43,843 nel 2006). Il sistema di monitoraggio, utilizzato anche sui telefoni cellulari, può fallire in caso di problemi di connessione.
Una pilota elettronico di monitoraggio satellitare, costato miliardi di sterline, è stato accantonato l'anno scorso dopo che un rapporto rivelò come molti criminali eludevano il sistema con molta semplicità. Il progetto "prigione senza sbarre" non riuscì a tenerli sotto controllo quando si trovavano all’ombra di grandi edifici.
Il giornale “The Independent” la scorsa domenica ha assegnato ai ministri i meriti di avanguardia tecnologica grazie alla quale è praticamente impossibile rimuovere i chips.
Questi, iniettati nel lato inferiore del braccio con un ago ipodermico, sono formati da una capsula di vetro indurita contenente un chip di computer, un'antenna di rame ed un "condensatore" che emettono dati immagazzinati sullo stesso se richiesti attraverso un lettore elettromagnetico.
Ma questa scelta drammatica per rafforzare controlli sui criminali britannici, ha provocato un forte dissenso da parte di Gruppi per i diritti civili e i Probation Officers. Shami Chakrabarti, direttore di “Liberty”, ha detto: "Se l'Ufficio Principale non si rende conto che piantare un chip sottocutaneo è peggio di un braccialetto elettronico alla caviglia, allora non hanno bisogno di un avvocato dei diritti civili; loro hanno bisogno di un mezzo che piace alla gente per approvare questo nuovo sistema di controllo.”
" in questo modo criminali pericolosi non faranno alcunché per riabilitasi nella società e per la nostra sicurezza, così come alcuni troveranno inevitabilmente un modo per aggirare questa nuova tecnologia."
Harry Fletcher, assistente segretario generale dell'Associazione Nazionale di Probation Officers, ha detto che la proposta non renderebbe la vita dei suoi membri più facile e degraderebbe i loro clienti. Ha inoltre aggiunto: "noi crediamo che il sistema attuale funziona bene così come è. Sapere dove si trovino criminali e pedofili non vuol dire sapere cosa stanno facendo”.
"Questo è il genere di idea sciocca che di tanto in tanto arriva dal dipartimento, ma mettere un chip nelle persone così come facciamo per i nostri animali domestici non può assolutamente essere presa in considerazione. Non credo che trattare le persone come pezzi di carne possa rappresentare un miglioramento del sistema.”
La VeriChip Corporation, azienda leader nella vendita di Chips negli States, la cui filiale principale sta vendendo chip-radio per animali da oltre un decennio, ha venduto 7,000 RFID di cui 2000 approssimativamente sono stati impiantati in esseri umani. La società afferma che dei suoi VeriChips ne sono stati installati più di 5,000 (scavalcando cura sanitaria, sicurezza, governo e mercati industriali) e sono utilizzati anche per verificare VIP MEMBERSHIP in alcune discoteche, facendo pagare automaticamente l’entrata e deducendo il prezzo dei drink ordinati attraverso un conto pre-pagato.
La possibile valorizzazione di questa tecnologia sul sistema giuridico del Regno Unito fu accentuata 18 mesi fa, quando Mr Jones della Acpo suggerì che i chip potevano essere impiantati negli stupratori. Gli impianti sarebbero monitorati da un satellite, abilitando le autorità ad organizzare "zone off-limits", incluso scuole, terreni di gioco e abitazioni di vittime di violenza, impossibili da raggiungere per gli individui chippati.
"Se noi siamo capaci di localizzare automobili, perché non localizzare persone?" ha detto Mr Jones. "Si potrebbero impiantare chips chirurgicamente negli stupratori più pericolosi disposti ad essere controllati."

Pro: 'Noi localizziamo macchine, perché non le persone?'

Il Governo sta lottando per monitorare migliaia di criminali nella comunità ed è preoccupato a causa del sovraffollamento delle carceri che stanno per scoppiare. Questa proposta potrebbe essere una soluzione alla violazione degli arresti domiciliari, e porterebbe maggiore sicurezza tenendo gli stupratori fuori dalle aree proibite." "Se noi siamo preparati per localizzare macchine, perché non localizziamo persone?" Ken Jones, Acpo.
Gli ufficiali discutono sul fatto che i chip interni abilitano le autorità a rafforzare la sicurezza garantendo un efficace sistema di arresti domiciliari e permettendo la verifica immediata dell’ ID in caso di violazione.
I chip interni sono efficaci anche nel mantenere l’ordine all'interno delle prigioni. Negli Stati Uniti, si usano per localizzare i movimenti di ogni singolo membro di una banda all'interno delle prigioni.
Anche i criminali stessi preferirebbero un sistema di controllo invisibile, invece del grosso equipaggiamento portato sulla caviglia.

Contro: 'ciascuno di noi potrebbe essere il prossimo'

Professionisti del sistema giuridico ritengono che il sistema attuale è efficace nel 95% dei casi. L’efficacia della RFID non è provata anche se il fatto che sia più invadente e che porta ulteriori informazioni sull'individuo è una realtà. Le apparecchiature sono state nominate "spychips" (chip spia) da alcuni critici i quali avvertono che quest’ultime emetterebbero informazioni sui movimenti di altre persone a loro insaputa (violando così le leggi sulla privacy, ndr Ale P.).
Liz McIntyre, esperta nella privacy del consumatore, ha detto che un suo collega competente in materia ha già provato che il chip può essere clonato. "Basta incontrare una persona che si è tagliata casualmente e si possono deviare i segnali del cip in una questione di secondi".
Alcune società progettano impianti sottocutanei che potrebbero vibrare, innestare elettroshock, inviare messaggi, o servire come microfono per registrare conversazioni! "È probabile che alcune persone scioccamente non considerano tutti di questi aspetti tanto da permettere che questa tecnologia prenda piede nella società iniziando ad essere impiantata nei criminali come stupratori ed assassini…
ciascuno di noi potrebbe essere il prossimo." (ndr "Liz McIntyre)

Traduzione a cura di http://shouldweknow.blogspot.com/
Articolo in lingua originale http://news.independent.co.uk/
ACPO The Association of Chief Police Officers http://www.acpo.police.uk/
Verichip Corp. http://www.verichipcorp.com/Probation Officers http://www.bls.gov/oco/ocos265.htm

un invito a tutti i lettori all-informazione, cercate su youtube spychips oppure new world order

domenica 13 gennaio 2008